Il medico dei pazzi

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Il Medico dei Pazzi, datata 1908, è una delle più travolgenti ed esilaranti commedie di Scarpetta, ma rappresenta anche il canto del cigno di un autore/attore che l’anno successivo lascerà le scene.

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Descrizione

La Trama

Ciccillo, nipote dissennato, vive da anni a Nervi alle spalle dello zio Felice Sciosciammocca che sta a Roccasecca.
Per spillargli sempre più soldi allo zio Ciccillo gli fa credere di essere studente di medicina e con questa scusa si fa foraggiare ogni suo vizio, ma all’improvviso, inaspettatamente, lo zio arriva a Nervi con moglie e figlia. Ciccillo, non sapendo che pesci prendere, inventa che la pensione hotel Bonera, in cui vive a sbafo dello zio, è in realtà un manicomio ed i suoi ospiti sono in realtà dei pazzi che credono di essere la proprietaria della pensione, un maggiore a riposo, un musicista, un’attrice ecc. L’unico sano, lo zio Felice Sciosciammocca appunto, rischia di esser preso soprattutto lui per pazzo. Come nella buona tradizione del teatro Scarpettiano, dopo le tante strampalate ed esilaranti vicende che si snodano nell’arco della commedia, il tutto viene scoperto ed ogni cosa torna al suo posto; la famiglia Sciosciammocca tornerà a Roccasecca lasciando a Nervi tutta una serie di personaggi che continueranno a vivere la loro normale pazzia o pazza normalità che dir si voglia. Questo tema precorre, in chiave comica, una delle tante tematiche care e sviluppate poi da Pirandello, Eduardo (in “Ditegli sempre sì”) fino ad arrivare ai giorni nostri con l’attualissimo Salemme (di “E fuori nevica”).

Sarà il teatro ad attirare tanto spesso la pazzia o è la pazzia a trovare nel teatro il proprio rifugio naturale dove tutti possono dar libero sfogo alle proprie stranezze e ai loro nervi? Quindi, per cercare una risposta a ciò, il nostro riadattamento non poteva che essere ambientato appunto nella splendida Nervi, dove, pur mantenendo la tradizionale comicità scarpettiana del testo, l’azione viene fatta svolgere in un hotel-clinica.

Quando la rappresentazione finirà forse gli attori non vorranno smettere di recitare, non vorranno tornare ad essere “se stessi” perchè quel “se stessi” nel loro caso ha perso un po’ di significato. Per loro solo il teatro, la luce di scena, è “finzione” che dà vita, è “maschera” che dà coraggio, è “ruolo” che dà identità a tutti loro che pazzi non sono, forse…

Gli spettatori rideranno, si spera, ma non mancheranno di interrogarsi se anche in ognuno di loro c’è posto per qualche strana e salutare pazzia che forse aiuta a vivere meglio la nostra attualissima “pazza” realtà.

Informazioni aggiuntive

Data evento

14 maggio 2022

Prenotazione spazi per carrozzine

Si prega di inviare una mail di prenotazione a sito@teatrogovi.it


Per ogni evento sono disponibili 6 spazi carrozzine ai lati esterni delle prime 3 file di poltrone.
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